La marcia di Milano per la solidarietà e l'integrazione. In 100 mila per sostenere la città dall'accoglienza diffusa

di redazione 21/05/2017 CULTURA E SOCIETÀ
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Siamo 100mila".

A Milano la manifestazione in favore dell'accoglienza dei migranti, sul modello della marcia antirazzista di Barcellona, proposta dall'assessore milanese al Welfare Pierfrancesco Majorino e dalle associazioni del terzo settore. E' proprio Majorino a indicare il primo numero sulla partecipazione, che cresce e arriva, annunciato dagli organizzatori alla folla, a 100mila: "E tanti saluti a Salvini". Applausi. "Oggi diciamo che non torniamo indietro. Non costruiremo con i mattoni dell'intolleranza nuovi muri e divisioni", le parole del presidente del Senato Piero Grasso. "Chi è nato in Italia, studia in Italia, è italiano". Arriva anche il tweet del premier Paolo Gentiloni: "Grazie Milano,sicura e accogliente".
 E' la giornata organizzata per chiedere "una società plurale", contro "la logica dei muri che fomentano la paura" e in favore di "scelte che pongono al centro la forza dell'integrazione e della convivenza".

Quella che Salvini ha condannato e condanna anche oggi: "Una marcia ipocrita e una marcia per gli invasori". Il corteo partito da Porta Venezia, percorre i bastioni di Porta Nuova, piazza della Repubblica, Porta Volta, sfila attorno all'Arena civica e a parco Sempione, per concludersi in piazza del Cannone. Subito le contestazioni da parte dell'anima del corteo più 'arrabbiata' - dei centri sociali - che aveva promesso di far emergere chiaramente l'opposizione alle "leggi discriminatorie verso gli stranieri: Bossi-Fini, Turco-Napolitano, Minniti-Orlando".

Vergogna, vergogna", "Siete la peggior destra", "Minniti razzista". Gli antagonisti partecipano ma per contestare l'idea di una "sfilata filogovernativa", criticando le politiche del governo sull'immigrazione, dopo la frattura che si è consumata con il maxi bliz in stazione Centrale del 2 maggio, quando decine di migranti furono identificati e portati in questura. A guidare la protesta il centro sociale Il Cantiere, nel mirino anche l'assessore alla Sicurezza Carmela Rozza, "fuori dal corteo", gridano. Spintoni tra i contestatori e il servizio d'ordine del Pd. A proteggere il sindaco dai manifestanti 'contro' un cordone di migranti ospitati nel centro di accoglienza di via Corelli: è la "Crew Corelli", in maglietta verde, abbracciati, vicini al "loro" sindaco.

Meglio le contestazioni che annullare la manifestazione, come qualcuno ha chiesto". Il riferimento di Sala è al centrodestra, a Maroni e Salvini ma non solo, e alle richiesta di cancellare "la pagliacciata" come era stata definita la marcia. "C'è tantissima gente - dice Sala - come si fa a pretendere che tutti la vedano allo stesso modo? Sono contento perché vivo in una grande città con tante contraddizioni, io però sono qui per testimoniare da sindaco di Milano e da cittadino il senso di questa mia presenza".

In testa al corteo i migranti, i 200 profughi ospiti di via Corelli, ma anche quelli della caserma Montello, Emma Bonino e appunto Beppe Sala. "Siamo qui per difendere la nostra storia e i nostri valori, quella della Costituzione - dice dal palco Grasso - grazie Milano, viva l'Italia!". Ci sono i cento bambini delle scuole elementari, e il mitico "Coro dei leoni", che canta in venti lingue diverse gli inni della libertà e della speranza da tutto il mondo. A seguire, le comunità straniere, col folklore dei vestiti tradizionali, i tamburi, gli strumenti musicali, le danze. Tra i sindaci anche quello di Bergamo, Giorgio Gori, e gli 80 dell'area metropolitana che hanno firmato col ministro Minniti il protocollo per l'accoglienza diffusa. Tutti in fascia tricolore. "Ci contestano da destra e da sinistra - spiega Gori - perché scegliamo una strada equilibrata, non semplifichiamo le questioni".
 
Il cartello di associazioni e centri sociali "Nessuna persona è illegale" aveva fissato il concentramento in piazzale Oberdan già alle 11 del mattino, con un "pranzo meticcio" con cibi etnici e musica. Qui anche i sindacalisti di base dell'Usb con un "barcone" simile a quelli che vengono recuperati nel canale di Sicilia dalle Ong. Una volta apartito il corteo, le tensioni e gli slogan gridati contro quella parte dell'anima di sinistra che loro chiamano "la peggior destra


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